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Milton Glaser: il graphic designer che “amava” NY
“Il disegno è una forma di meditazione, ti costringe a fare attenzione, che è la ragione ultima del fare arte”.
Milton Glaser è considerato uno dei graphic designer più influenti del XX secolo, alcuni anzi lo considerano senza mezzi termini il più grande. Basterebbe citare il logo I ♥ NY per dimostrarlo.
Glaser nacque nel 1929 a New York, da una famiglia di origini ungheresi; studiò arte prima nella sua città natale e poi, per un breve periodo, a Bologna, come allievo del pittore Morandi.
Come graphic designer era cresciuto in un’era di passaggio tra il razionalismo (che non sposò mai completamente, anche se ne fu influenzato) e la decorazione. Durante la sua lunghissima carriera ha progettato e disegnato di tutto: poster, marchi, copertine di libri e dischi, caratteri tipografici, quotidiani, arredi per ristoranti, oggetti per l’industria. È stato inarrestabile e molti dei suoi lavori sono diventati delle pietre miliari.
È tuttora in attività, nonostante abbia superato gli ottant’anni. È sempre rimasto un artigiano, amante delle tecniche manuali, mentre il computer non lo ha mai amato “Non serve come strumento di pensiero, cristallizza un’idea troppo velocemente.”. (Non lo tocca personalmente, ma ci fa lavorare i suoi assistenti.)
È stato uno dei primi graphic artist, che non ha mai fatto differenza tra grafica e illustrazione: questo perché voleva essere sicuro che un’illustrazione non finisse nel contesto sbagliato, magari con scelte tipografiche inadatte. Ha usato il suo eclettismo come una firma, senza mai rinchiudersi in uno stile ben definito perché ha sempre creduto che lo stile fosse una cosa effimera, come le mode.
Crede nell’importanza del disegno come atto creativo, come atto di ricerca e di scoperta, probabilmente come modo di entrare in contatto con la propria ispirazione: il disegnare non trasforma il graphic designer in illustratore, ma lo rende migliore.
“Sono affascinato dal fatto che gli attuali studi di neurobiologia suggeriscono che non può esistere alcuna realtà prima che il cervello la crei. Ciò che è più avvincente per me, circa l’atto del disegnare, è che diventi cosciente di quello che stai guardando solo attraverso il tentativo di disegnarlo”.
Una galleria dei suoi lavori non può essere esaustiva, ma a seguire sono presentati alcuni dei più famosi: il poster per Bob Dylan in pieno stile psichedelico, la testata per il New York magazine, le immagini coordinate per il SVA theatre e per la Brooklyn Brewery.
Questo il suo sito pieno di opere e di informazioni, nonché di splendidi poster da acquistare.
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